Filmofrenico – Iconografia Filmica e Immaginario

1 Marzo 2015

Filmofrenico. Iconografia filmica e Immaginario “ è un evento del Sardiniafilmfestival 2016, realizzato dal Cineclub Sassari con il patrocinio e il contributo del Comune di Sassari, Assessorato alla Cultura.

La mostra ideata e creata dall’artista livornese Max Mazzoli è stata esposta a Sassari, nella Sala Duce di Palazzo Ducale dal 24 Giugno al 2 Luglio 2016

 

“Quando la mia mano ha disegnato qualcosa che il mio occhio ha osservato, la conosco a memoria e posso disegnarla di nuovo senza un modello.”

-David Hockney-

 

Quella di Max Mazzoli è una storia di passione: passione per il vedere, passione per il raccontare, passione per le immagini.
Passione per le immagini in movimento, che ama fermare, immobilizzare e rendere in atmosfere che raccontano stati d’animo.
Ci si deve fermare e con calma e curiosità; andare oltre la bellezza formale. Cercare tutti i particolari che l’artista ha disseminato all’interno delle sue tele, per intuire e percepire il significato più profondo.
Max Mazzoli ha conosciuto il mondo attraverso la grammatica delle immagini di Caravaggio, Hopper e Magritte.
Aiutano i titoli dei films e quelle iconiche scene, ad indicare quali siano i nutrimenti che affollano i pensieri dell’artista.
Stanley Kubrick, Martin Scorsese, Cimino, Visconti, Bertolucci e R. Scott sono solo alcuni nomi che si rincorrono. Padri di un immaginario collettivo colto e popolare.
Ad alimentare il suo racconto è spesso un fluire perpetuo; è quella luce che alimenta e confonde sogno e realtà. E’ la notte che lo rapisce. E’ di notte che il sogno sopraggiunge e scompagina il reale. Le scene che appaiono nelle sue tele, prima di essere trasposizione di atmosfere filmiche sono brani di vita idealizzata e sognata. Periferie desolate, rarefatte di blu. Grandi megalopoli che sorprendono e si animano di vita. Una vita desiderata, come la magia di un film che si dipana nell’inconscio più recondito. Sono tasselli di un racconto che Max Mazzoli sviluppa ed isola con la maestria del colore. Un narrare sospeso tra conscio ed inconscio, tra sogno e realtà.
Proprio come in un film dove il confine tra realtà, finzione e sogno è talmente labile ed inconsistente, fino a confondere ed estraniare.

Stefano Resmini

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