Biografia

Biografia

Max Mazzoli nasce a Livorno nel 1953 da una famiglia di artisti e artigiani. Qui, studia alla Libera Scuola d’Arte di Mario Nigro e alla Libera Accademia d’Arte di Voltolino Fontani. Disegna da quando ha memoria di sé. Ha sempre e solo dipinto. Vive e lavora in Sardegna dall‘89. Partecipa a mostre collettive e personali dal 1972.

Artist statement

Non so esattamente come e quando è nata la mia passione per la pittura, ma è successo molto presto.

L’atmosfera che respiravo in famiglia era quella degli idealismi artistici e anarchici degli anni Cinquanta, piena di contraddizioni e utopie, in cui fare arte non doveva servire a fare soldi. Anzi, chi faceva i soldi non era un artista e l’artista doveva condurre una vita disperata.

Quando mio padre si è reso conto che prendevo tutto questo molto sul serio e che mi ero messo in testa che da grande avrei fatto il pittore, sono cominciati i contrasti, prima velati, poi sempre più pesanti. Dovevo trovare un ‘lavoro vero’, lasciare che la pittura diventasse un hobby: queste le parole di mio padre che, con il loro contraddire il suo modo di vivere e quello della sua cerchia di amici, mi avevano mandato in confusione.

Ma ormai, all’età di dieci anni, più o meno, avevo già deciso cos’avrei fatto e, da allora, non ho più cambiato idea. Certo, la mentalità che avevo assorbito, le letture e le frequentazioni non influirono positivamente sul modo di pianificare la mia vita. Anche se sono riuscito molto presto a vendere i miei dipinti, davo poco peso al denaro, ma soprattutto davo poco peso a un disegno organizzativo della mia carriera di artista.

Ho cominciato a dipingere imparando la tavolozza dei macchiaioli, anche se le atmosfere bucoliche le sopportavo poco; e infatti, di lì a poco, la scoperta di Modigliani, Caravaggio, Hopper mi ha aperto gli occhi e il cuore su un mondo molto più profondo e molto meno apparente.

Ho sempre continuato a usare i colori a olio, sperimentando vari supporti – tavola, plexiglass, alluminio etc. – ma sono sempre tornato alla tela.

I colori della tavolozza macchiaiola – colori che a me piace definire ‘mediterranei’, caldi – mi sono serviti anche nello studio del surrealismo prima e dell’iperrealismo poi.

L’esperienza nel medialismo, che va dalla fine degli anni ’90 al 2016, mi ha dato modo di affinare una tecnica che mi permette di andare nei dettagli, ma anche di spaziare nel mondo onirico, erotico, animale con la più totale libertà di pennellata che, a volte, sembra voler tornare all’iperreale e che, subito dopo, riprende una trama più libera, quasi votata al solo gesto.

Attualmente, da circa sette anni, mi dedico a una rappresentazione pittorica sempre in bilico tra realtà e sogno a occhi aperti, con velate atmosfere surrealiste e vertigini in cui vengono risucchiati tramonti apparentemente impossibili. Tutto questo senza rinnegare il mio passato artistico fatto di pop art, fumetto e cinema.

Le tematiche sono quelle di sempre: un mondo in cui il paesaggio, gli animali, i personaggi e i nudi viaggiano in una dimensione parallela a quella umana contemporanea, senza coinvolgimenti sociopolitici, se non in casi eccezionali.

Le vicende umane mi hanno sempre interessato poco, e ora ancora meno. Trovo rifugio solo nei colori e in quel quadrato bidimensionale di tela che ogni giorno mi aspetta sul cavalletto.

Max Mazzoli

 

Mostre personali e mostre collettive

PUBBLICAZIONI

Docu-intervista all’artista

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